Il giardino di rose
Vacunae rosae
Il roseto Vacunae Rosae è situato nella zona del boschi della Dea Vacuna, che Plutarco chiama “La Tacita” perché “silenziosa, incorruttibile e solamente intelligibile”, dea di fertilità e benessere della Sabina. Il nome del roseto è un omaggio alla dea e alla sua sacra “scrutabilità” attraverso il cuore della rosa. Il giardino, disegnato dall dott. Paolo Bonani, è nell’insieme un vero prato di rose dentro cui il visitatore può concentrare l’attenzione dal singolo fiore al paesaggio complessivo.
All’ ingresso ad est, corrisponde la presenza di un giardino di pietra ispirato all’Estremo Oriente che è il luogo della meditazione iniziale sulla bellezza e sul destino della rosa. Da qui il “viandante” inizia una ascesa intellettuale verso il giardino-paradiso.
Le cancellate sono elementi portanti della scenografia di fondo. Su di esse si arrampicano muraglie di rose tipiche dei mondi d’origine (Cina, Himalaya, Bourbon) accoppiate a rose moderne. Sopra tutti i muri corrono festoni di rose sarmentose con un digradare cromatico impressionante lungo circa 800 metri di ghirlande di rose. All’esterno della cancellata di protezione corre un circuito di alberi sacri che amano la rosa: tamerice, melograno e mandorlo.
Dal punto di vista morfologico, la disposizione del terreno fornisce sia l’effetto fondamentale di una pseudo –cavea naturale sia l’impatto visivo del micropaesaggio “lavorato” a terrazze digradanti. La configurazione planimetrica del roseto è pervenuta alla forma di ala d’angelo ed è in grado di ospitare intorno a 7.000 rosai con ben 5.500 varietà di rose.
Il roseto propone un viaggio storico, culturale e artistico nel mondo della rosa. I settori (circa 130) e i percorsi sono tematici. In ogni settore è presente un gruppo di rose omogeneo per lo sviluppo botanico (le famiglie), per storia (l’origine senza tempo del fiore, i periodi di creazione e gli ibridatori dal ‘700 ad oggi), per colori e profumi, e per altre curiosità (ad es. i vincitori dei concorsi, le attribuzioni dei nomi, le celebrità).
I settori vengono definiti dagli incroci reali e virtuali fra tre vettori architettonici: il digradare del terreno, il corso delle acque, la viabilità principale di accesso. Il terreno viene “segnato” in senso longitudinale e traversale tra linee di congiunzione fra le fontane (9) e i punti di vista e di sosta privilegiati, costituendo alla fine un reticolo complesso che rende il giardino un percorso variato e libero di esplorazione.
L’asse fondamentale del giardino è segnato dallo scorrimento dell’acqua dalla piscina irradiante Virgo (sudest) a quella, accogliente, di Vacuna (nordovest). La sommità anche fisica, del giardino, è dunque dominata dal simbolo della Vergine, a cui allude ogni singola rosa presente nella piantagione e che corona il significato paradisiaco del roseto. Virgo alimenta direttamente la fontana della Pantera, animale sacro della solenne custodia di Dioniso in un punto elevato di guardia del giardino.
Tra Virgo e Vacuna è presente la piscina di Psyche, centro del roseto che apparirà nascosta all’interno di un labirinto di rose. La fontana è simbolo dell’intelligibilità attraverso il cuore, ma è posta in un labirinto, percorso obbligato dalla perdita di sé nella ricerca del senso della vita. Dal labirinto si uscirà attraverso una scala e un ponte elevato che consente una vista a 360° del giardino.
Da Psiche scorrono le acque verso la fontana del Viator. E’ la piscina del pellegrino-visitatore che ascende la china della sapienza e viene benedetto dalle acque. Prima di giungere al Viator, le acque di Pyiche si inabissano in Sirr, la fonte segreta e luogo di meditazione dei sapienti orientali, presente in ogni giardino della rinascenza araba.Psyche e Sirr ricevono anche le acque di Libra, la fonte dell’equilibrio e della saggezza, in opposizione simmetrica con Evoe, la folle fontana musicale della invocazione a Dioniso.Alla punta estrema dell’ala d’angelo c’è Hirundo, la fonte rondinella le cui acque affluiscono in Viator, per allietare la sua meditazione e in Vacuna, per annunciare l’eterna primavera.